Stereotipi e sogni a scuola

Stereotipi e sogni a scuola 640 480 Beecome

Che gran regalo mi hanno fatto le ragazze e i ragazzi di una Scuola Secondaria di Primo Grado di Padova. Le loro curiosità, la loro partecipazione e la consapevolezza su stereotipi e parità di genere, mi hanno illuminato e dato fiducia.

Occhi sgranati di fronte a una storia normale ma unica, come tante altre.

Ho portato in classe bee, il mio percorso e le mie passioni e ciò che mi ha spinto e ancora mi spinge a crescere e fare meglio, ogni giorno, in ambito personale e professionale.

Li ho spinti a sognare in grande, oltre ai limiti imposti da stereotipi di genere (e quante ragazze hanno nominato la matematica e le scienze come materie preferite!), mi hanno raccontato i loro superpoteri, i loro interessi, ciò che fa stare bene e ciò che dà loro spinta.

Hanno condiviso qualche paura e incertezza sul futuro, preoccupati per l’ambiente e la guerra.

Mi hanno raccontato i loro dubbi sulla scelta della scuola superiore, c’è chi vorrebbe lavorare con gli animali, chi suonare la chitarra acustica, chi medico, chi insegnante di scienze motorie, chi legge molto e si informa e argomenta con sicurezza – nonostante la giovanissima età – e vorrebbe impegnarsi in politica, per confrontarsi con gli altri e dare un contributo alla comunità.

Mi hanno perfino chiesto quale scuola consiglio loro per diventare imprenditrici o imprenditori e fondare la loro azienda.

Domanda meravigliosa da un milione di dollari che mi piacerebbe condividere e rivolgere anche a voi.

Abbiamo parlato di viaggi all’estero, di apertura agli altri, di formazione continua, di studio e di relazioni come strumenti per aprire la mente e stare al passo con i veloci cambiamenti.

Per essere liberi e libere di scegliere.
Per capire meglio se stessi e gli altri.

Né io né loro sappiamo chi e cosa saranno e faranno domani.
Magari quel lavoro oggi non esiste ancora, magari potranno sceglierne o si troveranno costretti a cambiarne o svolgerne contemporaneamente più di uno, in modalità diverse.

Ma sono e saranno persone, cittadine e cittadini del mondo.

Ho preferito portare loro autostima, l’idea di impegno, ottimismo e fiducia nel futuro e nelle loro capacità di progettarlo, il futuro.

Ho cercato di raccontare loro il lavoro come significato, come espressione di sé, oltre che come strumento di emancipazione economica.

Grazie ancora InspirinGirls Italia e Valore D per quel che seminate e per l’opportunità e grazie alle insegnanti responsabili dell’orientamento scolastico che si impegnano per educare e accompagnare ragazze e ragazzi verso l’equilibrio di genere, in ambienti inclusivi e liberi da stereotipi.