Diversità di genere, aziende, rete

Diversità di genere, aziende, rete 800 524 Beecome

Serve ancora parlare di parità e diversità di genere?

Far dialogare e ascoltare diverse voci a confronto di attori pubblici e privati – istituzioni, aziende, scuole, associazioni datoriali e sindacali, enti territoriali – durante l’evento in Inglesina Baby coordinato da
Niuko Innovation & Knowledge

DIMORE: diversità di genere per modelli organizzativi sostenibili in rete

mi ha dato speranza, nuove energie e la convinzione che qualcosa si stia muovendo.

Le aziende Lara Stivanin Giovanni Cogo Alessandra Bitante hanno testimoniato passi importanti legati a welfare, flessibilità, congedi di paternità oltre la legge, Family Audit e Certificazione per la parità di genere, “punto di partenza e di presa di consapevolezza, perché un cambiamento culturale e organizzativo è una strategia di crescita sostenibile, di competitività, attrazione di nuove generazioni” attente ai valori e all’impatto sociale delle organizzazioni (Silvia Alessi).

Morbioli e Frizzo ci hanno raccontato le iniziative delle scuole sul tema parità e diversità, dalla formazione ai docenti ai laboratori contro gli stereotipi, alla toponomastica femminile, al linguaggio per prevenire la violenza di genere, alle iniziative per rendere più attrattive le materie STEM, gli istituti tecnici e i percorsi professionali tecnico-scientifici anche agli occhi delle ragazze, tema su cui è impegnata anche Lara Bisin.

Poi è arrivata la notizia di Giulia Cecchettin.
Il femminicidio numero 105 di quest’anno.

Che come uno schiaffo ci ha ricordato che di strada da fare ce n’è ancora molta.

E ci deve spingere a coinvolgere sempre più uomini e donne di oggi, per le donne e per gli uomini di oggi e di domani.

Per agire nella prevenzione, attivando un cambiamento nei pensieri, nelle azioni, negli atteggiamenti, nei comportamenti e nelle pratiche basate su modelli stereotipati dei ruoli di uomini e donne.

Il finanziamento di questo macro-progetto regionale si pone due principali obiettivi

  • favorire una maggiore partecipazione e permanenza delle donne nel mercato del lavoro – Elena Donazzan ricorda che in Veneto il tasso di occupazione femminile, seppur più alto della media nazionale, resta basso rispetto al tasso di occupazione maschile, e al di sotto della media UE
  • promuovere un cambiamento culturale, la lotta alle discriminazioni e il contrasto agli stereotipi che ostacolano l’equilibrio di genere

e oggi più di prima la parola chiave che mi risuona è proprio RETE

perché evidenzia che una cultura di vera parità e di rispetto si crea e si trasforma in famiglia, a scuola, nelle organizzazioni, sul territorio.

In Veneto, anche a Vicenza, abbiamo un’opportunità in più di lavorare assieme.

Cogliamola fino in fondo.