CV, inglese e sogni da recruiter

CV, inglese e sogni da recruiter

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I sogni da recruiter forse non sono romantici, ma del resto sul mio profilo LinkedIn non c’è scritto “autrice di romanzi rosa”. Ebbene sì, sogno di CV e inglese, per elenchi puntati!

  • Mi piacerebbe tanto che in Italia unə giovane che porta a termine un percorso di studi al Liceo Linguistico (5 anni) con successiva Laurea in Lingue (3 o 3+2) e si candida a posizioni aziendali in area commerciale, avesse la sicurezza e l’orgoglio di indicare sul CV un livello di inglese pari ad almeno un C1 avanzato se proprio non se la sente di spingersi al C2 madrelingua (di solito donne che si sottostimano).
  • Sarebbe bello che il percorso fosse consolidato da più esperienze all’estero – perché una lingua mica la impari solo a scuola, e non si rispecchia su un pezzo di carta o un certificato. E che tutto questo si possa raccontare, dimostrare e sostenere a colloquio, via e-mail, al telefono, in azienda. Che altrimenti non serve alcuna certificazione.
  • E ancor più mi piacerebbe che sul CV potessimo fare a meno e mandare in pensione una volta per tutte l’aggettivo “scolastico” accompagnato a francese, tedesco, spagnolo o altro. Questo “scolastico” sul CV, in Italia, non ci fa fare una bella figura durante un percorso di selezione.

Non la fa fare a voi giovani, visto che le lingue sono inserite fin da alcune scuole dell’Infanzia, il che significa che – almeno l’inglese e in particolare in un percorso linguistico – lo state studiando da 20 anni. E se ne avete meno di 30 significa che non è (non dovrebbe) essere passata un’eternità dall’ultima volta che avete avuto occasione di parlare, scrivere o esercitare una lingua.

E non fa fare bella figura nemmeno al sistema scolastico italiano nel suo complesso, perché nel nostro immaginario questo aggettivo significa ancora “Sì insomma, nel programma c’era ed erano pure tante ore, ma se adesso su due piedi mi fai tre domande non so se riesco a rispondere, figuriamoci a sostenere un colloquio

E diciamocelo, se anche a scuola vi siete ritrovati insegnanti o programmi poco simpatici, per rimediare oggi c’è tutto, ovunque, ed è (quasi) tutto gratis: video, corsi, film e programmi in lingua originale, TED talks, Peppa Pig, BBC learning English, articoli di stampa estera, newsletter, canzoni, podcast di ogni tipo e provenienza geografica, LinkedIn training, social media, chat e applicazioni per conversare con amici stranieri, e non so quante altre cose.

AAA: Cercasi idee, progetti e azioni concrete per rafforzare programmi linguistici e cross-culturali nelle nostre scuole, dall’infanzia a seguire. Per lavorare sulla consapevolezza che (almeno) una lingua a ottimi livelli, oggi, non è un di cui, ma è parte integrante del vivere bene e crescere e contaminarsi e avere opportunità in un mondo (del lavoro) globalizzato.

P.S. Se il CV lo scrivete in inglese, fate in modo che sia corretto, curato, fluente, altrimenti rischiate un autogol… Ma anche questo dovrebbe rientrare nei sogni del mattino di recruiter