Donne ambasciatrici del Made in Italy nel mondo

Ambasciatrici del Made in Italy nel mondo

Ambasciatrici del Made in Italy nel mondo 1024 576 Beecome

Vorrei chiudere l’anno 2023 con una bella notizia e un bilancio positivo. Possiamo ambire a qualcosa in più, ma intanto: su 9 progetti di recruiting seguiti personalmente quest’anno con Competenze in Rete, 7 persone assunte e inserite nelle aziende manifatturiere clienti sono donne. Un risultato di cui sono orgogliosa e che dà fiducia.

Bias cognitivi e discriminazione (al contrario) nel processo di selezione? Non credo.

Business developer, export area manager, Country manager, Sales manager, figure commerciali e di sviluppo internazionale. Per rappresentare strategicamente, raccontare, rafforzare le PMI venete nel mondo e farsi indirettamente ambasciatrici del Made in Italy nel mondo. La buona notizia (che già definirla notizia non è che mi piaccia tanto, eh, ma siamo realisti) non è sui numeri ma sul processo:

  • In questi percorsi non ho sentito titolari, direttori generali, responsabili HR porre il tema dell’essere donna in età fertile, porre domande alle candidate sui loro progetti personali o familiari che potessero comprometterne la disponibilità al ruolo, a trasferte o la presenza in azienda, né fare pensieri o commenti di natura sessista.
  • Ho assistito a incontri che ne valutavano l’atteggiamento, approfondivano preparazione e competenze, visione del business, determinazione e intraprendenza, capacità di fare squadra e di portare proposte e soluzioni.
  • Ho assistito a flessibilità nel definire gli accordi, a proposte economiche adeguate al ruolo e (quasi) sempre in linea con le aspettative, con benefit e variabili legate ai risultati.
  • Come partner di recruiting internazionale, abbiamo contribuito a sensibilizzare le aziende e a ridurre al minimo eventuali pay gap rispetto a uomini nello stesso ruolo e parità di mansioni. Il gender pay gap è incostituzionale – direte voi – ma, ancora una volta, siamo realisti. Si può fare molto di più, certo.

Oggi voglio essere felice di questo percorso e di questo risultato, non per i numeri ma perché ho percepito equilibrio, apertura, lungimiranza, meritocrazia. Perché stiamo facendo passi avanti e perché attorno a me sento un lento ma irreversibile cambio culturale, che è contagioso.

Della (meno buona) notizia che vede le PMI preferire ancora un uomo quando si tratta di inserire una nuova figura alla Direzione commerciale, un ruolo di responsabilità su un team interno strutturato – un non detto che si legge tra le righe e si misura con le azioni – parleremo un’altra volta. Non è una notizia.

Per quest’anno che si chiude e per l’anno nuovo voglio essere ottimista.

E fare tanti auguri alle donne e agli uomini delle nostre aziende, piccole medie grandi vicine e lontane, sostenibili o sulla strada per esserlo di più, paritarie o sulla strada per diventarlo, che con il loro lavoro, il loro coraggio e il loro entusiasmo si fanno ambasciatrici del Made in Italy in tutto il mondo.